Nel 1258, al culmine del conflitto tra Guelfi e Ghibellini, i Fiorentini punirono l'odiata famiglia Ghibellini degli Uberti distruggendo la loro proprietà nel centro città e giurando di lasciare l'area per sempre non fondata come un triste promemoria per i futuri ribelli e anche perché sentivano che il terreno è stato maledetto. Per una generazione la Platea Ubertorum o Piazza degli Uberti serviva ben poco che questo scopo simbolico, ma col tempo divenne uno spreco di terra sempre più irritante per i fiorentini coinvolti in nuovi conflitti. L'ubicazione del Palazzo Vecchio al confine sud della terra degli Uberti risolse il dilemma, mettendo il terreno a suo agio senza in realtà costruirci sopra.
Il verbo "garbare" è tipico della parlata fiorentina. E' usato per indicare un qualcosa o un qualcuno che piace molto, che suscita un piacere grande.
Si ipotizza che la sua etimologia sia legata alla Firenze delle Arti e dei Mestieri. Infatti, l'attuale via Condotta in passato si chiamava via del Garbo, e qui si concentravano le botteghe degli affiliati all'Arte della Lana, in particolare degli artigiani che producevano i più eleganti e costosi panni, quelli che erano apprezzati e venduti in tutta Europa.
Via del garbo è una porzione di quella strada comunemente chiamata Via della Condotta, perché nelle case della Tosa, confinati al convento di badia, risedevano gli Officiali della Condotta, che assoldavano le fanterie, e rassegnavano le soldatesche al servizio della Repubblica.
A questa famiglia appartenne il celebre Dino Del Garbo uno dei più colti dottori che insegnassero medicina in Bologna, in Siena, in Firenze. Amico dell'Orgagna, questi lo ritrattò fra i buoni nel Giudizio che dipinse in S. Croce. Morì circa il 1327 e fu sepolto in S. croce.
Non posso accertare che a questa famiglia Del Garbo appartenesse il pittore Raffaellino, che floriva sul finire del secolo XV. Scolare di Filippo Lippi studiò in Firenze sua patria, ma quindi operò molto in Roma, dove appunto per distinguerlo da Raffaello d'Urbino, venne soprannominato Raffaellino. Morì in Firenze nel 1524, e fu sepolto in S. Simone.
I Del Garbo si estinsero nel Cavaliere Tommaso di francesco morto il 24 Marzo 1732 ed i Servelli e poi i Mozzi ereditarono il nome e gli averi.
Garbo significa, secondo la Crusca, avventatezza, leggiadria; l'uomo di garbo è l'uomo dabbene; il garbato è pieno di grazia, e di venustà. Gli etimologisti studiaron molto per trovar l'origine di questo vocabolo; ma cercandone troppo lontano, la sbagliarono. Ferrari e Menagio la derivaron da lingue straniere; Salvini da grato per metatesi, o trasposizion di lettere. Non vi fu che Monosini, che l'indovinasse, com'era facile, essendo voce pura e pretta Fiorentina. Traduco l sue parole: Sono in Firenze due luoghi, uno de' quali per esservi dedicata a S. Martino una Chiesa, si chiama San martino; l'altro (non molto didtante) dal cognome di una famiglia si dice il Garbo. Dì lì presero il nome il Panno S. Martino, e il Panno Garbo, comecchè fossero in ambedue i luoghi, fabbriche di pannine.
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